Dal martello al mouse. Presentata la prima ricerca sull’artigiano digitale
Secondo una ricerca presentata durante “Motori”, il festival di CNA Next a Roma, gli esperti del web e hi-tech si considerano artigiani e gli utenti della rete associano l’innovazione all’artigianato.
Benvenuti nell’era dell’artigiano digitale, dove tale si considera chi lavora con i nuovi media. E anche chi produce oggetti di antica memoria con la precisione dello specialista, usa ormai la rete professionalmente, mentre il popolo del web ormai associa il mondo dell’artigianato a quello delle nuove tecnologie. È la tendenza che emerge dalle oltre 8489 discussioni registrate per 20 giorni su Twitter circa argomenti attinenti all’artigianato e alle piccole imprese: interazioni che hanno coinvolto oltre 4000 utenti.
Sono i dati di una ricerca “netnografica” presentata oggi in occasione di “Motori, il festival dell’intelligenze collettive”, meeting nazionale dei giovani di Cna. Al Teatro Palladium di Roma interverranno questo pomeriggio il ministro dell’Istruzione Francesco Profumo con una tweet session, Nicola Piovani e Zdenek Zeman che discuteranno dell’importanza di fare gruppo. E poi Bruce Sterling, Ted Polhemus, Luca Argentero e tanti altri tecnici, esperti di social network, di marketing digitale, blogger professionisti: insomma, “artigiani digitali”. Ovvero i colleghi dei più tradizionali conciatori, calzolai o falegnami. Anche se questi nuovi specialisti preferiscono una tastiera e un mouse alla spatola e al martello, sanno di costruire qualcosa anche se il loro prodotto è virtuale.
Sono oltre 700mila gli associati Cna, 120mila gli under 40. Alla luce della ricerca, non è quindi un caso che quelle aziende che oggi nel primo pomeriggio parteciperanno a Cna Next arrivino soprattutto da quei settori tecnologici che possono rilanciare l’Italia o, se appartengono a quelli più tradizionali, abbiano una spiccata propensione all’innovazione tecnologica.
Innovazione vuol dire artigianato
Nella rete regnano due idee opposte sull’artigianato: da una parte c’è chi tende ancora a ricollegare il termine con i settori più tradizionali, come l’alimentare (#birra artigianale o #gelato artigianale sono le parole più cercate) oppure il manifatturiero (soprattutto #scarpe), ma sono utenti che intervengono solo per dire la loro idea; dall’altra, invece, c’è una grande rete di persone, spesso interessate al settore, che parlano molto tra loro e citando l’artigianato lo legano soprattutto all’innovazione, sia in senso tecnologico che culturale.
Per portare avanti lo studio, condotto dal Centro Studi Etnografia Digitale e Viralbeat, è stato scandagliato Twitter per circa 20 giorni, analizzando le circa 9mila discussioni tematiche prodotte da 3925 utenti. L’obiettivo era ricostruire la rete semantica: in parole semplici capire i significati che le persone comuni attribuiscono al settore, come lo giudicano, eventualmente per cosa lo criticano.
L’artigianato del futuro: meno politica e mass media, più territorio e nuove tecnologie
È stata anche studiata la correlazione tra l’artigianato e il concetto di impresa (16662 tweet) e di start up (7101). Pochi vedono un legame con l’impresa, d’altronde in Italia con il termine “impresa” si intende soprattutto l’industria, nonostante siano le piccole aziende il motore trainante dell’economia del Paese. L’unico punto di collegamento tra i due termini sono proprio le “start-up”. A differenza dell’impresa, inoltre, l’artigianato è meno legato a hashtag di mass media tradizionali e politica, e più legato a territori e nuovi media. Come se l’intelligenza collettiva, ovvero la nuvola creata dalla gente quando discute e si confronta, indicasse una via per lo sviluppo e l’evoluzione dell’artigianato stesso attraverso una parola d’ordine implicita: “puntare tutto sulle nuove tecnologie e sulle comunità locali, meno sul supporto con le istituzioni tradizionali (politica e mass-media)”.
Nuovi artigiani anche nei settori “tradizionali”
“I nuovi “artigiani digitali” non sono solo i programmatori ma anche i designer di oggetti in pelle, che usano la rete per vendere in tutto il mondo. Internet è diventato un mezzo per abbassare le barriere di ingresso al mercato”, racconta Andrea Di Benedetto, presidente di Cna giovani: “Cosi i piccoli possono competere con i più grandi. Tutto questo mondo non ha rappresentanza, né dimensione collettiva ed è orfano di una presenza nell’immaginario collettivo: noi con Cna Next e con il festival di quest’anno vogliamo raccontare imprese e imprenditori nuovi, che hanno bisogno di strumenti normativi diversi”.
Ministri, artisti e allenatori per rilanciare l’Italia con etica e sinergie
Rispetto al programma originale, nella giornata di sabato 27 ottobre è prevista la presenza di Salvatore Iaconesi, il docente universitario che ha hackerato la sua cartella sanitaria per pubblicarla su internet e chiedere aiuto alla rete per la sua malattia. Discuterà con Alex Giordano, direttore scientifico di Cna Next, di come gli open data cambieranno la società e la vita quotidiana delle persone, come hanno cambiato quella di Iaconesi
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