Startup, l’Italia del futuro il business dei giovani.it
OLTRE il posto fisso, forse non c’è il baratro. C’è un esercito di startup che si è finalmente messo in moto. Alzate lo sguardo. In Cile qualche giorno fa una startup italiana ha vinto la gara mondiale per i migliori progetti di innovazione e business. Doochoo propone un sistema per fare i soldi con i sondaggi in rete, ha già conquistato clienti come Ikea e Toyota, ed è guidata da un giovane che quando parla sembra sempre che stia per ribaltare il mondo: Paolo Privitera, veneziano, 35 anni, da dieci negli Stati Uniti (“me ne sono andato perché volevo correre”). È uno startupper seriale, nel senso che ne ha all’attivo già sei. Il premio cileno funziona così: i team scelti vengono ospitati a Santiago per sei mesi e incassano 40 mila dollari ciascuno. Tanti? Pochi, se pensate che Doochoo potrebbe essere comprata entro l’anno per 25 milioni di dollari. Dice Privitera: “A San Francisco non ho mai visto tanti startupper italiani come in questi giorni”.
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