Google library project in affanno per diritti di Copyright

L’American society of  media photographers ha presentato un ricorso contro Google, richiedendo che vengano  riconosciuti ai loro associati i diritti per le immagini contenute nei testi digitalizzati con il Google Library Project. Cerchiamo di capire cosa sta succedendo negli USA per prevedere cosa potrà accadere anche in Italia nei prossimi mesi.

Il Google Library Project è il progetto promosso da Google appunto, con la finalità di salvare dal decadimento cartaceo, digitalizzare e rendere accessibili online i contenuti delle maggiori librerie del mondo.
Il progetto, partito nel 2004, ha sottoscritto i primi accordi commerciali per digitalizzare 15 milioni di volumi delle biblioteche universitarie di Harvard, Michigan, Columbia, Stanford, Princeton, Oxford e New York
University. Nel 2005 è stata presentata l’interfaccia nelle principali lingue europee, con la conseguente adesione di molte biblioteche comunitarie; già nel 2007 erano 28 le istituzione culturali che avevano aderito al progetto. Si può ben capire la portata democratica di tale progetto, che rende disponibili testi sul web, a tutti i cittadini della rete.

Una rivoluzione simile non poteva passare inosservata, sia in senso positivo che negativo. Perciò i problemi di Google sono  iniziati con le reazioni delle associazioni degli editori e degli autori in quanto il processo di
digitalizzazione avrebbe coinvolto anche opere coperte dal diritto d’autore. Così l’Associazione degli editori americani e la Authors Guild of America hanno avviato una class action contro Google per violazione del copyright. Da parte sua, il management di Google ha sostenuto  che il progetto rappresenta solo una divulgazione di opere già possedute dalle biblioteche e messe a disposizione degli utenti.
Inizialmente la vertenza è stata ridimensionata, in quanto è stato stabilito che le opere stampate prima del 1° gennaio 1923 si presumono, secondo la legge statunitense, cadute in pubblico dominio e pertanto liberamente utilizzabili. Ma per tutte le altre opere, i diritti d’autore rimangono un problema.
Infatti, come detto inizialmente, anche illustratori e fotografi hanno recentemente citato in giudizio Google, pretendendo i compensi per la riproduzione delle immagini nei testi. Quindi, mentre il motore di ricerca più usato al mondo ha ancora in corso una conciliazione con autori e editori americani, proprio sul copyright, ora si aprirà un altro capitolo giudiziario con i fotografi.

La scelta europea è stata decisamente più “istituzionale” e meno commerciale. La Commissione Europea ha promosso e sostenuto la nascita, nel 2007, di Europeana, il competitor senza fini di lucro del Google Library Project. La finalità di Europeana è di rendere le risorse informative europee più facili da usare in rete; il suo patrimonio deriva dalle principali istituzioni culturali dei 27 paesi ed è disponibile in tutte le lingue comunitarie.
Dal punto di vista dei diritti d’autore, trattandosi di un progetto realizzato dalla Commissione UE in collaborazione con i maggiori centri culturali europei, il problema non si pone, in quanto prevale ovviamente la finalità didattica su tutte le altre. Ma la biblioteca digitale di Google è partita anche in Italia, e quindi autori, editori, fotografi e illustratori titolari di diritti d’autore, in teoria dovrebbero autorizzare la fissazione digitale delle loro opere. Nel caso in cui il volume digitalizzato non sia protetto da copyright, Google permette di consultarlo integralmente e di scaricarlo in formato PDF. Altrimenti, a seconda dell’accordo stipulato con l’editore che detiene i diritti per lo sfruttamento dell’opera, consente di visualizzare parti del testo (sono i cosiddetti “ritagli” o “snippet”, oltre alla copertina e all’indice) oppure solo di effettuare ricerche nei dati identificativi del libro e di individuarne la collocazione fisica nelle biblioteche.

Per ora sembra che l’operazione sia partita dai testi antichi…poi vedremo se è ancora buona regola imparare dagli errori.

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