Nuove forme di comunicazione: gli ologrammi.


Con il termine ologramma si identificano in genere le immagini tridimensionali, e in particolare quelle stereoscopiche, ovvero quelle che appaiono con prospettive diverse a seconda del punto di osservazione. L’ologramma consente di riprodurre, con notevole precisione, un’immagine precedentemente registrata. In fase di registrazione un fascio di luce laser viene inviato sia verso l’oggetto da riprodurre, sia verso una lastra di materiale sensibile. Grazie a un gioco di specchi, la luce che arriva dalla sorgente interferisce con quella riflessa dall’oggetto. Sulla lastra dunque si formano delle linee, chiamate frange di interferenza. Le frange contengono l’informazione sulla tridimensionalità.
Illusione di luce. Illuminando la lastra con un altro fascio laser, infatti, si riesce a decodificare l’informazione ricostruendo l’immagine tridimensionale dell’oggetto, che finalmente appare allo spettatore come se fosse fisicamente presente. Successivi sviluppi della tecnica hanno consentito di realizzare ologrammi visibili anche con luce bianca o solare e ologrammi stampati, nei quali il reticolo di diffrazione viene riprodotto su un supporto di plastica trasparente, appoggiato a sua volta su uno strato argentato, come avviene in alcune carte di credito ed etichette per prodotti di lusso.In effetti l’applicazione pratica in comunicazione degli ologrammi sembrava destinata più a una funzione di protezione di prodotti – carte di credito- o marchi dovuta alla difficoltà di riproduzione del prodotto al di fuori delle aziende specializzate, che ad avere una propria “dimensione” comunicativa in senso lato.Ma coerentemente con l’evolversi della tecnologia si evolvono anche i campi di applicazione della stessa. Il filmato in apertura ne è la prova più diretta, se fate un giro su youtube, non avrete difficoltà a trovare altri esempi altrettanto stupefacenti. Pensare che nel 1977 George Lucas nel primo capitolo di una delle saghe più fortunate nella storia cinematografica: Guerre Stellari, materializza la principessa Leila attraverso un ologramma. Ancora una volta ciò che sembrava fantascienza diventà realtà e, non mi sembra azzardato prevedere in un futuro prossimo l’utilizzo sempre più predominante di questa tecnologia. I campi di applicazione in comunicazione potrebbero essere davvero molteplici spazziando dalla “cartellonistica” alle conferenze e convention varie, per non parlare di eventuali consigli di amministrazione e riunioni virtuali.

Non credo che dovremmo attendere molto, semplicemente i mondi virtuali che velocemente la rete ha divulgato, ben presto potrebbero mescolarsi al reale con un livello di interattività davvero affascinante o… terrificante?

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